Parcheggio in fondo alla Valle di Bellino, ore 6.30. "Allora, ire, pronta e preparata per il tiro di VI e A3?!" - "Macchè. Se è per questo non son neanche preparata a passare di nuovo un'intera giornata con te. D'altra parte, se non ci si parlava da qualche decina di mesi, non sarà mica stato un caso." - "...forse. Però guarda che bella, la parete di Rocca Senghi...come fa a non venirti voglia di salirci?! ....cioè, capisco se fosse una cosa come quella là, che magari....ma...aspetta.....non è mica così brutta!" - "...quale, quella lassù?! carina! Cosa c'è lì?!" - "Boh, che ne so...non ho manco idea di come si chiami! Però volendo...." - "Deciso...andiamo lì!" - "Scusa ire, non capisco...là sappiamo cosa ci aspetta, qui potremmo vedere i draghi senza saperlo a priori...perchè vuoi andare lì e non là?!" - "gabri....morte certa contro possibilità remote di sopravvivenza. Capisco che non sia comunque una prospettiva allettante, ma certo converrai con me che tra le due......"

...e fu così che si scelse (da leggersi: "ire, scelse") per la parete sconosciuta, non solo per il nome (scopriremo poi, solo grazie a una cartina e la sera davanti a una pizza, che si trattava del Pelvo Chiausis!) quant'anche per le eventuali possibilità di salita -e relativa discesa-. Ma un grande diedro sul lato destro della parete sembrava chiamarci. Ma evidentemente, ire aveva spento il cell e ga aveva la segreteria telefonica; e fu così che finimmo sul diedro centrale. Dopo urla e segni di squilibrio di uno dei due scriteriati (chissà poi chi), ravanando nell'abbondante e insussistente neve, giungemmo all'attacco. Dritti per placche, poi per il diedro (dove trovammo un cordone), una rampa di roccia un pò così (solito eufemismo), e poi un simpatico camino, ed ecco che giungemmo sul bel pendio di discesa e di nuovo alla macchina. Ed ecco che cominciammo a chiederci: come si chiama sto monte?! Una cartina, 40 minuti di osservazione -ma soprattutto una telefonata a fulvio- risolsero i nostri dubbi. Ne rimaneva (e ne rimane) solo uno: ...qualcuno era passato prima di noi?! Boh. Ma in fondo, nulla toglie alla nostra avventura...su, diciamocela tutta: abbiamo vissuto una bella avventura tra i monti...che poi non sapessimo il nome della parete e se qualcuno si fosse mai imbelinato su di là....mah, a dire il vero non è che ci importasse granchè! ;-)


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Data: maggio 2013

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Pelvo Chiausis (Via del Dubbio)