Ore 4.17, parcheggio di Pian delle Gorre: "Andre, ma l'appuntamento non era alle 4...?!" - "Sì, ma sai...è un ragazzo, è giovane, ogni tanto va un po' lungo con gli aperitivi....". Poco dopo, una macchina ci parcheggia a fianco. Il dubbio che possa o meno esser lui dura pochi istanti...giusto il tempo di ridare uno sguardo all'orologio e al posto dove siamo...;-)

La tecnica di ga per l'avvicinamento è presto decisa: tentare di star davanti ai due con le capacità polmonari più elevate, e dettare il ritmo il più blando possibile. I risultati sono agli occhi di tutti dopo 2 minuti e 18 secondi...oggi sarà una giornata difficile. E non solo per il tratto su sentiero, visto il pilastro e il suo ameno zoccolo pronto a difenderlo con ogni mezzo. Amarcord di San Lucano per ga, in versione ridotta: un'oretta di zoccolo contro cinque, e un'oretta di macchina contro sei....;-)

Il tempo di decidere la linea e partire, ed ecco i primi comodini che volano, fortunatamente (e forse casualmente) non seguiti a breve distanza da esseri umani. In compenso, la qualità della roccia spinge andrea a definirla “buona” (ndr: siamo nel gruppo del marguareis, quindi il buono, il brutto e il cattivo possono rischiare di assumere sembianze differenti che in altri luoghi). In compenso, l'uscita su terra del secondo tiro ci ricorda che la valle dell'orco è geograficamente parecchio lontana...;-) In breve (...) arriviamo sotto il grande camino a cui puntavamo fiduciosi; bella scalata e roccia decente si compensano con un'uscita in sosta un pò da brivido per ga; ma il ricordo della professione di pietro lo rincuora, perlomeno per la costruzione di un'impalcatura da mettere in bocca al posto dei denti in caso di volo, forse un pò di sconto lo avrebbe. Ben conscio di questo fatto, parte gioioso e garrulo anche per il tiro successivo: un bellissimo camino su roccia molto bella. Peccato che, terminato il camino, questo non abbia sbocchi verso l'alto se non un'apertura di forma circolare con una trentina di centimetri di diametro. Quando si dice avere un buco a disposizione e non sapere che farne. Inutile raccontare le scene patetiche di allargare il buco con il martello e tentare di passarci togliendosi tutto il materiale. Si dice che per padroneggiare qualsiasi cosa servano almeno 10mila ore di pratica. Ma se dopo un'intera ora i risultati sono scarsi, forse conviene ridiscendere e tentare un'altra strada che aspettare le successive 99.999, non foss'altro che il meteo mette peggioramento nella serata di domani. Strada trovata poi in fretta, ma come sempre l'istinto è avanti anni luce...e se diceva di passare per il camino, c'era pure un motivo, e non ci vollero poi più di un paio di minuti e tre mutande di ricambio, per capirlo. Cambiato l'intimo e bisticciato ancora con un tirello poco socievole, urge anche il cambio di neurone; dopo aver terminato di preparare a ga il preventivo, tocca a pietro vagare nelle nebbie e condurci alla sommità del pilastro. Ora non rimane che evitare di rotolare al suolo nella facili ma infide e infinite roccette erbose e raggiungere la bella e pacifica conca delle carsene, dove ci accolgono prati, rocce, solitudine, un tiepido sole, luci soffuse.......e tre simpatiche orette di discesa! ;-)


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Data: agosto 2014

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Cacciatori di draghi (Pilastro a pera - Castello delle Aquile)