Alessandro Gogna, Paolo Armando, Gianni Comino, Marco Bernardi, Patrick Berhault, Fulvio Scotto, Isidoro Meneghin, Lucien Berenger, Stephane Benoist, Patrick Gabarrou...quanti grandi nomi prima di noi avevano salito questa via, dal 67' ad oggi. Un sogno che si avvera, e certe salite ti lasciano qualcosa dentro più di altre...questa a noi ha lasciato tantissimo, anche se molto è ancora più "presente" che "ricordo"... Una salita come la Armando-Gogna allo Scarason, per noi, era un sogno, anzi lo è stato. Per me lo è stato da quei giorni di pochi anni fa in cui muovevo i miei primi passi sulla roccia, e sfogliavo quelle pagine di "Un alpinismo di ricerca" di Gogna...quelle 56 pagine che ti tengono incollato al libro ma fanno di tutto per convincerti che non è proprio il caso di andare a vedere, ma che se anche solo una volta ti sfiora il pensiero "...e perchè no?!", magari un giorno arriverai sotto quella parete e a cercare tra le sue pieghe la "lama-mostro", il malefico cespuglio della "lotta disumana" che gogna vorrebbe risolvere dandogli fuoco, la piramide umana per superare gli unici cinque metri di roccia compatta del terribile tiro del "pilastrino", le due fasce strapiombanti pochi metri dopo "...marce, ma non come al solito: peggio!", l'assurda scalata sulla roccia verde all'interno della "canna fumaria". Tra tutte le grandi cordate passate prima di noi, ce ne sono state di ogni tipo: quelle senza martello e chiodi, quelle con più tentativi, quelle in giornata, quelle con le fisse sui primi tiri, quelle con bivacchi, quelle in cui il giorno prima erano a una festa di matrimonio fino a tarda sera, quelle in invernale, quelle in libera, quelle direttamente dal fondovalle alla cima. Ognuno con il proprio stile. Il nostro? tanta passione, allenamento, impegno, studio della salita e del materiale, uno zainone sulle spalle del secondo, e un bivacco, voluto e sognato, su un terrazzino a 3 tiri dalla cima. Certe emozioni non si possono spiegare, finchè da dentro il tuo bel sacco a pelo in cui hai fatto finta di dormire non vedi spuntare l'alba da dietro il monte di fronte a te, non è facile renderti conto che non hai ancora visto tutto del mondo. Salire sullo Scarason, per noi, è stato un grande viaggio, straordinario, indimenticabile. e poco importano le difficoltà tecniche e la qualità della roccia, poco importa se non abbiamo dormito un granchè, poco importa se tutti i muscoli sono ancora a pezzi e se l'osteopata sorride pensando già a dove andare a mangiare fuori con la fidanzata e i miei soldi. Tutto questo se ne andrà in fretta, rimarrà solo uno splendido ricordo dell'avventura vissuta....
Data: giugno 2009

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