Progetto matto, terzo e ultimo atto. Prendete ga, mettetelo alla fine di un ghiaione verticale, e sotto una leggera pioviggine e tuoni in lontananza….è il momento di riporre il progetto in un cassetto. Ma, ricordatevi bene, fate in modo che non si accorga assolutamente di quella piccolissima schiarita lassù verso est, e che non si renda conto che non sono neanche le quattro e mezza…..altrimenti qualcuno già sa come andrà a finire! …e infatti, dieci minuti dopo, i nostri tre indomiti personaggi, sono già nel lungo traverso che porta sotto l’ultima idea del giorno, una bella parete triangolare rossastra di gneiss, solcata, proprio sulla verticale della vetta, da uno stupendo ed elegante diedro, che aveva colpito lo sguardo di ga intento ad osservare la parete qualche tempo prima. Insomma, che si fa, che non si fa….ga guarda fulvio, fulvio guarda micky, micky guarda ga….”mah, insomma, ormai che siamo qui in effetti….”….grande Fulvio! ;-) Poco dopo siamo ingaggiati sul meraviglioso zoccolo basale, di splendida (…) roccia verde e violacea. Sarebbe tutto bello in una cameretta dei bimbi, forse però qui….insomma, dopo numeri di circo per passare incolumi questi 50 metri di zoccolo veramente infido ed esposto, siamo sotto al triangolo rossastro, che ga aveva –dopo attenti studi su carte e papiri- deciso trattarsi di tal “Rocca la Verde”. La quale, tra l’altro, prevedeva una comoda discesa di 10 minuti a un colle, difficoltà “E”. Che bello! Peccato che, scalata con tre lunghissimi tiri, di cui l’ultimo sullo splendido diedro centrale, la bella parete –che peccato, roccia buona!- ci siano ancora 150 metri di crestina che portano su una cima….da cui non parte nessun sentiero. Ne saremmo già quasi sicuri, ma per fortuna un tuono che fa tremare l’aria ci dà conforto: probabilmente da lassù voleva dirci che avevamo intuito giusto: NON siamo su Rocca la Verde, e la discesa dunque NON è un sentierino “E” fino a un collettino….ma scopriremo essere poi una cima non nominata sulle carte e considerata genericamente “Monte Cassorso”, dal quale si distacca ampiamente….per cui, la denomineremo poi “Becco Rosso del Cassorso”. Ma queste disquisizioni si faranno poi sul divano….qui è il caso di correre via (peccato…la cima è molto bella!), per non attirare il temporale che si sta scatenando giusto un po’ di chilometri più in là….e la discesa ci regalerà grandi emozioni, sotto un po’ d’acqua, a cercare “il facile nel difficile”, trovando ovviamente il difficile, ghiaino infido, due lunghe calate, traversi su ciuffi bagnati….ma alla fine eccoci: il ghiaione! Nel frattempo piove, piove: ma chissenefrega! Siamo fuori! Siamo contenti, è stata una lunghissima, intensa ma bella giornata….e sembrava incredibile, ma….ce l’abbiamo fatta!! :-)


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Data: luglio 2012

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Becco Rosso del Cassorso (Gran Diedro Est)