Reduci da una strana ma bella serata al rifugio Albani in mezzo a taniche di vino e genepy, tornei di scalaquaranta e scacchi, al tragico momento del risveglio è il momento di ricordarci che non siamo mica venuti qui per divertirci. Ce lo ricorda christian, con il suo consueto humour bergamasco delle 7.45 del mattino davanti alla porta del rifugio, quando ci raggiunge insieme ad ettore ed altri due amici. Memore della drammatica esperienza vissuta in lavaredo con il team gap, il christian decide però di cacciarsi su una via a caso basta che non sia la stessa nostra, e vista la nostra propensione alle varianti per sicurezza cambia addirittura parete. Ettore invece decide di dedicarsi al volontariato e si immola salendo con matteo non solo la stessa parete, ma persino la stessa via. Primo tiro, lore passa in libera nonostante un meraviglioso e invitante cordone lo guardasse con gli occhioni dolci: i fatti dimostrano che l'alcool è ben lungi dall'essere stato smaltito nella nottata. Poco più su comincia il capolavoro di artificiale del '62: e poi dicono che tirando i chiodi è tutto facile...figa! (cit.) Matteo passa tirando chiodi, ga tirando in egual misura chiodi e parolacce in uzbeco. Sopra, gli ingenti quantitativi di alcool tornano prepotentemente a farsi sentire: questa volta tocca a ga inventare l'insperata libera sul sesto tiro, con un ultimo passo in strapiombo sotto una leggera pioggerellina che fa digerire anche l'ultima goccia di genepy. Nel frattempo che i due bergamaschi s'involano verso la vetta, noi ci intratteniamo un poco fermandoci a scambiare quattro chiacchiere, toccando peraltro temi di grande attualità, con un ostico camino che si frappone tra noi e la civiltà e poi li raggiungiamo con la dovuta calma. Giunti al cengione non possiamo che guardarci stupiti: è una delle rarissime occasioni in cui ci mettiamo meno, e non poco, del “tempo previsto” dalla relazione! In compenso, gli amici bergamaschi che circolano sul cengione oramai da un'oretta ci riportano ad una triste realtà, e ritroviamo matteo con principi di ibernazione. Ricolmi di sensi di colpa e dopo averlo in breve riportato allo stato gassoso, il rito dell'autoscatto e giù in doppia lungo lo spigolo, due ore giù dal ripido sentiero, e alla buon'ora delle dieci siamo con le gambe sotto al tavolo per una pizza col christian e socio, reduci da un “viaggio mistico” su una fantomatica via di quinto grado, sulla quale ci racconta di essersela conigliata (lui non ha detto esattamente così, ma...) a metà via inventando una variante su muschio strapiombante, pezzi di roccia, e arbusti instabili. L’ignaro e inorridito compagno di cordata dichiarerà di aver visto svariate volte talune divinità note ai più. Cosa non si fa pur di non ripetere un'esperienza come quella delle tre cime....saggio, il christian!
Data: settembre 2009
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