...ed ancora un'altra perla da aggiungere a quest'anno probabilmente irripetibile! Questa volta siamo "a casa", queste sono le “nostre“ montagne, questi sono i luoghi che abbiamo conosciuto da bambini passeggiandoci con i genitori. E' strano tornare qui, ogni volta, dopo aver girato il mondo. Sei sempre in montagna, sei in questo luogo selvaggio e un pò dimenticato, eppure, quando sei nelle "tue" alpi, ti senti un pò a casa. La prima volta che sono stato in marittime, mi aveva portato mio papà, andando al rifugio Remondino...ricordo di aver patito tantissimo quella volta, quanta strada a piedi, che salita ripida! E lore, invece, la prima volta...probabilmente la volta in cui con suo papà, da secondo, aveva salito sul versante sud-ovest, la mitica De Cessole. Il tempo passa, ed essere qui sotto il Corno Stella, "la" montagna delle nostre alpi, dal suo misterioso e poco frequentato versante nord-est, evoca pensieri e ti porta inevitabilmente a pensare al passato, a chi eri e come sono cambiate le cose, i tempi, le persone. Girare i monti sparsi per il mondo è voglia di esplorare, di conoscere, di vedere posti nuovi, di allargare i propri orizzonti...ma è bello ogni tanto tornare “a casa” per confrontarti con quello che eri, e per lasciarti cullare dal silenzio dei ricordi. Carino, romantico, ma....proprio il Diedro Rosso bisognava venire a fare?! :-) ...alle quattro del mattino, la sveglia è inclemente, e alzarsi dal letto caldo è un oltraggio al buon senso, ma il team GAP è oramai abituato. Infatti, prima delle 4.40 nessuno è in piedi; è lore a suonare la carica, si riparte per l'ennesimo sbattone dell'anno! Dopo più di mezzora, la porta del bivacco, cigolando, si apre: l'avventura ha inizio! Lo zaino pesa una cosa inspiegabile: peccato non avere una bilancia! Nonostante ciò, la prima mezzora passa veloce. E' il momento di mettere i ramponi, e appena il canale si raddrizza e si porta sui 40 gradi, ga capisce la differenza tra un paio di scarpe da ginnastica e quelle a suola semi-rigida di lore; e sarà battaglia! L'attacco è talmente facile da individuare, che persino il team GAP non può sbagliare. Nel frattempo il sole comincia a scaldare la vetta del corno....ma i nostri due oggi sono in vena di correre, e quando è ormai pronto a illuminare totalmente il diedro, lore porta ga alla partenza di questo enorme strapiombo. Cominciano le danze! ...ma prima di partire, lo zaino perde peso: n° 2 camalot 4, e n°2 camalot 5 fanno il loro ingresso in campo! Ga parte spavaldo, poi tira giù le orecchie: se questo è V+, oggi sarà un disastro! Dopo pochi metri, ga è incastrato con il casco tra le due pareti, e fa la sua bella fatica per riuscire a compiere quei pochi movimenti per tirar fuori un 5 e incastrarlo. Poco dopo incontra la prima protezione-capolavoro dei mitici Ughetto e Ruggeri, nel 1962 con questa invenzione erano riusciti a tracciare una via diretta alla vetta per la parete nord. Tiro sopra, tocca a lore sfruttare il 4 e il 5: si lotta, si sbuffa, ma tutto sommato si scala! Ancora ga per il tiro dopo: questo sono grane! ...e qui si vede cos'hanno combinato quei due nel '62...cunei regolabili sino a 30cm, roba che nemmeno il camalot 6 potrebbe servire! I cunei son sempre quelli da quasi 50 anni, che siano affidabili o meno chi lo sa....e soprattutto...chi ha il coraggio di volarci?! d'altronde, comunque, ciò che rende grandiosa questa salita è che....se vuoi salire il diedro rosso, a quelli ti devi affidare, non c'è nessun altro modo di salire! ...e se quei due pazzi non avessero inventato questo ingegnoso sistema, probabilmente (viste le difficoltà) nessuno sarebbe mai salito su di qui! Insomma, tra un cuneo, un'imprecazione, un altro cuneo, un lancio di cordino su spuntone e la successiva staffata, ga supera sto diedro strapiombante in due versi (!) e arriva in sosta. Sul tiro dopo lore prova l'ebrezza di un tallonaggio su cuneo per uscire da un tratto di VI+ obbligatorio e fastidioso e riuscire a passare una protezione, termine che forse, in questo caso, andrebbe virgolettato. Poi ancora in libera fino alla sosta, meravigliosamente incastrata in posizione tale da non poter girare la testa. Mah! Con lo zainone, intanto, il VI+ diventa VIII-, e ga, al suo turno con lo zaino, ha di che ridire sulla gita nel suo complesso. Quando finalmente se ne libera, comincia a giochicchiare con i cunei: 8 per la precisione, per passare questo enorme tetto strapiombante dove il grande Patrick era passato in libera (7a+...). Ga ci pensa un pò, e non capisce nè come abbia fatto lui a salirlo in libera, nè come abbiano fatti quegli altri cinquant'anni fa, ma ravanando mica poco, alla fine giunge in sosta, e, ripensandoci, forse si è un pò divertito! Un ultimo tiro per un diedro un pò meno strapiombante porta lore al sole della cima, a 30 metri dalla croce di vetta. E' fatta, è presto, c'è tutto il tempo per scendere dall'altro versante prima del buio...non è il caso di correre. E' tempo di ripensare alla via, e godersi il (meritato) momento nel caldo sole della cima...un'altra grande avventura è finita nel libro dei ricordi!
Data: settembre 2010
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