Ore 4.32, pietraia sotto il Pizzo Badile. Due flebili lucine, a centinaia di metri di distanza, alla ricerca di un segno. In attesa di un'ispirazione divina? macchè, alla ricerca di un ometto, o di un segnavia bianco e blu! La ricerca proseguirà per oltre mezzora, e incominciano a venire i primi dubbi sull'intelligenza della scelta di partire dalla capanna sciora. Basteranno due rovinose cadute (una a testa, per par condicio) nell'attraversamento di altrettanti torrentelli d'acqua, un'altra perdita della traccia, e l'arrivo all'attacco alla buonora delle otto del mattino, per capire che la scelta non fosse ineccepibile. Tant'è, ormai è così: disfatti, ma vivi, all'attacco. "adòs!", dice ettore. Via, si va, ormai siamo qui....ma che razza di freddo fa?! ...ci alziamo un pò di metri (ovviamente appena usciamo dalla cassin siamo già su una variante...), poi spunta il sole sulla parete: molto bene, ora con magliettina, altra magliettina, maglia a maniche lunghe, micropile, giacca a vento, cappello e guanti, si riesce quasi a stare! (...porcacciadiunamiseria che freddo...) Si parte in placca...e che bei tiri, chiodi uno ogni tanto (ma proprio tanto), ma roccia super, e...a chi dice che sia così difficilmente proteggibile....consigliamo un giro sulla direttissima giordani su cima alle coste: se questa è R4, quella cos'è, R11?! In centro si supera una parte più facile, puntando alle bellissime fessure-diedri finali. Quando ci arriviamo, il sole sta girando lo spigolo: si entra nella ghiacciaia! ...belin, che freidu can! Il primo tiro è per ga, che evita il verglass passando a sinistra su un'ostica fessura e poi per lame che suonano un pò male giunge alla prima sosta della via con due chiodi: e sarà pure l'ultima. Una bella ribollita alle mani e ai piedi, non gliela toglie nessuno. Tocca a ettore il bellissimo tiro seguente: una fessura che spara dritto contro il cielo! Poi altre lame e un'altra bella fessura impegnativa il giusto, e poi dritti verso lo spigolo e verso il ritorno alla vita, l'inizio della rapida discesa, il tiepido sole a riscaldare le ossa....MA. sull'ultimo tiro accade l'irreparabile: ettore sta salendo con la corda dall'alto, si contorce dentro il diedrino e....non si rompe (!) un portamateriale dell'imbrago?! Non vi dico cosa è volato giù, e nemmeno cosa è uscito dalla bocca del bergamasco nei successivi 8 minuti, in palese disaccordo con il comportamento tenuto nell'occasione da qualcuno molto in alto (....no, non silvio!). Vi dirò solo che lo spigolo era illuminato dal sole dalla mattina alle 7 fino ad ora, e appena ettore gira l'angolo....insomma, è inutile che vi spieghi: il sole non s'è più visto. Discesa lungo la spigolo: dopo la prima doppia, che non ne voleva sapere di venire giù, e la seconda, palesemente e irrimediabilmente incastrata, i nostri due si rompono le palle e cominciano a inventare calate su ancoraggi di qualunque tipo, restando a lato dello spigolo; e in men che non si dica (3 ore e mezza per 8 doppie....), imbarcandosi dietro anche due ungheresi, giungono all'intaglio stremati dalla fatica: cominciano a essere 17 ore non-stop...! L'ultima complicazione è trovare lo zaino in mezzo alla pietraia: di giorno è un conto, con il buio un'altro...ma un pò per intuito, un pò per fortuna, un pò per una mano degli ungheresi, l'impresa riesce! Solo un lungo e ripido sentiero ci separa dal rifugio e dalla macchina....sarà lunga e dura, ma alle 23.30 siamo a chiavenna a svaligiare un bar dei pochi generi commestibili presenti, e a brindare all'intensa giornata...anche questa è andata!
Data: agosto 2010

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Pizzo Badile (via Linea Bianca)