"Zero termico in netto calo, venti moderati da nord, clima piuttosto freddo in montagna". Ed ecco che mentre la gente scala senza morire di caldo nonostante la stagione ad arco e in sbarua, il Team GAP decide di impantanarsi nell'abisso delle placche del Qualido. Dopo un guado nel torrente in piena che non ci risparmia nemmeno le mutande, notte full-comfort nel lussuoso hotel qualido. Purtroppo Lore si dimentica di chiudere la porta, e così qualche spiffero si impadronisce dei nostri arti. Al mattino, tonici come gamberetti e zucchine della pasta in busta del giorno prima, tentiamo di dare un senso alla nostra vita attaccando questo INTERESSANTE (contenta, vì?!) vione. Già arrivare al primo spit (ci mancava poco ed era anche l'ultimo prima della sosta...), con giacca, guanti, berretto, scaldacollo, è tutto un programma, ma ga fa di tutto pur di arrivare in sosta prima che inizi porta a porta. Il passo appena sopra lo spit, è messo apposta per farti capire l'andazzo, 6a+ a un metro e mezzo dal chiodo, "...e se trovi lungo non è colpa mia che chiodo lungo, ma tua che non sai scalare oppure che sei lì nella giornata sbagliata!". Perlomeno, rimane il beneficio del dubbio. Di sicuro faceva freddo! Seguono una serie di tiri uno più bello dell'altro, ma al sesto tiro da quaranta metri, lore fa la cazzata di contare il numero di spit di via incontrati fino a quel momento...22. Fortuna che su questi liscioni di granito, integrare è un attimo! Dopo queste amare riflessioni si lancia sul 6c già con l'idea di tirare il primo chiodo, poi lo convinco a non farlo e lui se ne pente amaramente: di lì in poi, di spit da tirare ce ne sarà ben pochi, e tirarli non tira fuori dalle grane! Dopo un pò di minuti di imprecazioni e discreti laschi, giunge intero in sosta, e non solo: vivo! Mentre il vento si è fatto ormai patagonico e il sole è ormai andato a riposare sull'altro versante, Ga, imbacuccato come neanche Bonatti in invernale sulle Jorasses, corre sul bel diedro del nono tiro, e poi tocca a lore il magico fessurone: 6a+ e A1, 30 metri di scalata, e 20 di artificiale: però! Ancora un tiro e mentre oramai nevischia giungiamo alla cengia dove la parete si abbatte, e buttiamo giù le doppie...che il vento ci sposta pronti via sulla sesta o settima via più a sinistra. E vabbè! Un salto in hotel per recuperare le valigie (e portare via le saponette come da tradizione), e poi giù di corsa alla macchina, i pizzoccheri e il tiramisu (per non dimenticare ciò che è stato) ci attendono...anche stavolta ce li siamo meritati!
Data: giugno 2009
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