...ricordi un pò confusi e deliranti, ricordi di questo weekend un pò...insolito, via! Val di mello, ore 22. "C'è la luna sui tetti, c'è la notte per strada, le ragazze ritornano in tram", diceva Francesco. Tranne una, ragazza nota per la sua finezza e proverbiale dolcezza nei confronti delle persone con cui ha a che fare. Giusto per far capire meglio il personaggio, una che del formaggio mangia solo la crosta e butta via tutto il resto (...visto fare con i miei occhi!!). Poi una festa, e poi un enorme masso a fare da riparo alla lunga (...) notte che ci attende. Cantare tutti insieme “we all live in a yellow submarine” prima di addormentarsi certo non aiuta. Lo sguardo di Lui non è certo incoraggiante, ma l'idea è di Lei, uno degli altri due (il più sano) cerca di ricordarsi pure le strofe, l'altro le inventa totalmente. Al mattino si va a scalare...dove si va? ...di qua, di la, di su, di giù, insomma, in duecento metri di dislivello riusciamo a salire 12 (!) tiri. Su dritti lungo una placca, poi pare la via sia finita, e si ricomincia prendendo un diedro, una fessura, e poi via, di nuovo placca, attraversando tutto il “giardino” e unendo una sosta e l'altra con una o due protezioni...le uniche che si possono mettere, chiaramente! Poi una doppia, e un mini trekking verso un gran diedro ad arco, che si raggiunge con....placche! A metà del diedro, sosta con anello di calata: beh, in effetti il tiro dopo proprio bello bello non è....chissà mai che si calino tutti da qui! ...e non vogliamo a tutti i costi essere diversi, la giornata non è ancora finita e c'è tempo per lanciarsi su un bel canalone rumegoso (san lucano style, ma con più roccia, perdipiù buona: figurarsi!), e finire sotto la mitica Patabang. Eh, il weekend ha da essere delirante, per cui questa è immancabile! :-) Primo tiro, 80 metri su roccia splendida e prese ergonomiche, fino a pochi metri sotto la sosta, dove, chiaramente, diventa più delicata; ma i secondi, con la corda tirata, non hanno modo di apprezzare a pieno la differenza. E' il momento del secondo tiro, altri 80 metri, 30 di traverso orizzantale su una vena, polimagò-style, solo che su quella finito il traverso c'è una fessura. Qui c'è un bel muretto nero di una decina di metri, non così stupido, prima di arrivare a mettere una protezione, la prima (e l'ultima) chiaramente. Lo sguardo di lui guardando la sosta da metà muretto, e le parole urlate dall'altro, risuonano potenti “....guarda che l'hai voluta tu la via ingaggiosa!!”. La normale conclusione di una cosa così sarebbe giù a valle, cena, e nanna a riposare i neuroni. E invece uno dei tre, inorridito dalla scelta dell'itinerario della giornata, si allontana, e noi si fa a cambio con due squilibrati fuori come poggioli, i cui discorsi sembrano davvero quelli di ale&franz sulla panchina, solo in versione decisamente alcolica. Uno di questi giunge anche a mangiare una mosca pur di non sembrare un cagasotto. E poi arriva il terzo, che si capisce subito come mai si conoscano e, soprattutto, tendano a frequentarsi. E si comincia a bere seriamente (nessuno escluso, e qui i soliti facinorosi potrebbe dire “sprite?!”), e la serata prende una piega già pronosticata dai più. Pochi ricordi, un pò (...) annebbiati, ma un lui emiliano rimarrà a lungo nei nostri cuori. Per vari momenti, attimi, frasi. Un benefattore, cosa dire altrimenti di uno che incitava follemente a un lui svaccato in terra in condizioni disastrose “dai, forsa, meglio fuori che dentro, fidati di me!” e poi, come niente, a porre due dita in gola al malcapitato, ovviamente sconosciuto....ah, che seratina! Il ritorno alla macchina sarà un'epopea, dopo 100 metri di strada è come non essere neanche partiti, e così due vanno a prendere la macchina, e i duecento metri in retromarcia per uscire dal parcheggio saranno drammatici. Alle cinque e poco più uno o due ometti vengono lanciati dentro la tenda a smaltire un pò di sprite, gli altri, due lui e una lei, avendo invece preferito fanta e lemon-soda, hanno solo mal di testa e si concedono una lussuosa notte in macchina. Al risveglio, uno ha ancora il coraggio di andare a scalare una vietta (...e qui i soliti facinorosi......!!), gli altri si dedicano a chiudere un boulder giusto per poter dire di aver chiuso un blocco...al melloblocco, e alla sera la cena fuori è l'ultimo delirio prima del rientro a casa....un'oretta e mezza per tutti, tranne uno....... :-)
Data: maggio 2011

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Val di Mello