C'è sempre un motivo per tutto, nella vita. Figuriamoci per il nome di una via...spesso c'è dietro strani ricordi, a volte un amore o un caro amico, e altre invece ci sono le emozioni del momento, le sensazioni provate. Ora, secondo voi, cosa può significare il nome di questa via?! Il team GAP, incuriosito dalla descrizione della bibbia del Gaddi - "Poco ripetuta; del resto, il nome della via la dice lunga.....", decide di andare a vedere di persona! Ammesso e non concesso che arrivare in valle alle 2, svegliarsi alle 5 e mezza e partire per due ore e mezza di avvicinamento, a inizio stagione, con lo zero termico a 1700 metri in lento rialzo in giornata fino ai 2400 non fosse l'idea migliore (ma i gappers sono abituati alle idee malsane!), fatto sta che giunti sotto al pilastro, l'aria si mantiene "frizzantina". Ma oramai, dopo un mazzo così, andiamo a verificare che il sommo tomo non dica stupidaggini! Lore verifica sul primo tiro che i mini-boulder strapiombanti non sono l'ideale per cominciare la giornata, così tocca a ga mettersi sulle placconate del secondo. E l'ampia chiodatura (......) rende difficoltoso il reperimento della retta via. Neanche il misero chiodo di sosta nascosto sotto non dico un ciuffo, quanto piuttosto una cuffa d'erba, e il vicino spit di colore non proprio incoraggiante, danno l'idea della frequentazione dell'itinerario! Eppure, sempre il tomo diceva "un must dell'arrampicata logica e mentale del gruppo". Strano! Ma la cengia mediana aiuta anche gli stolti a ritrovarsi nel percorso. Eppure lore decide che farla proprio tutta così come i primi salitori sarebbe una palla, così inventa varianti se possibile più dure dell'originale. Poi libera un tratto di A0, così che il tiro, da VI+ e A0, diventa....VI+. Boh, sarà stato morfologico! :-) Ma nei precedenti 50 metri ga tenta di rancare via un'intera fessura di 40 metri, poi si rende conto che è troppo bella e che in effetti non sarebbe un gesto carino, così la lascia lì e anche lore la può scalare. L'uscita in sosta, intanto, comincia a dare dignità all'ipotesi sul nome. Che ga ha occasione di verificare poco sopra, perdendosi più volte in soli 15 metri, poi si ritrova e trova pure uno spit. Esticazzi! Poi prosegue in traverso per facili roccette di VII+ e fino a quando non riesce a piazzare un buon friend, qualche metro più in là, non sa neanche più di essere sul pilastro di cima scingino. Se ne ricorda poco dopo, quando vede al suo fianco l'ultima protezione e poi, “là”, la sosta. “dai, è uno scherzo!”, dice tra sè e sè. E allora poi, non vedendo luccicare null'altro e non intravedendo grandi e yosemitiche fessure, nè tantomeno ronchie clamorose, comincia a capire il nome della via....e si adegua di conseguenza. Ma anche lore vuole vederci chiaro in questa faccenda, e così parte con fare arrogante per il successivo tiro, “alla ricerca della protezione perduta”. Secondo voi l'ha trovata?! :-) E così, su un bel passo in traverso a 30 cm dalla sosta e 7 metri dall'ultimo friendino accoppiato a un chiodo di qualche bravo giovanotto che voleva scalare ancora per un bel pò di anni dopo lo scingino, prende atto che è meglio non fermarsi e giungere alla panoramica sosta, incolume per giunta! C'è un ultimo tiro, con un simpatico passo a uscire dalla sosta, poi un passo di A0 che ga passa in libera perchè del chiodo non si fida (?!?), per poi trovare chilometrico dove il buon Tarci regala V+ su “fessura erbosa”. Alla faccia dell'erba....sembra una prateria verticale! Le ultime emozioni e siamo in cima al pilastro, non è tardissimo ma fa freddino ed è ora di scendere....riusciamo a ritrovare il sentiero ancora con l'ultima luce, e poi....è storia andata! ....bella avventura in un posto magico! :-)
Data: maggio 2012

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Cima Scingino (Chi si ferma e' perduto)