...prendete due loschi individui, residenti in differenti località, fatene arrivare uno dei due alle 8.05 alla stazione di trento dopo una settimana ad amburgo, fatelo cambiare e partire, fateli ritrovare al park del falier alle 0.12, mettetegli la sveglia alle 3, e fateli partire per un loro Sogno (di quelli con la S maiuscola, eh!)....e vedrete che i risultati potranno non essere quelli sperati. Ma, si sa, i sogni sono belli perchè vanno cullati, accarezzati, a volte sfiorati....ma proprio per la loro natura, vanno inseguiti, bisogna metterci il cuore e ritornare a sognare. Mettete però che questi due individui, si ritrovino il sabato sera al falier, un pò amareggiati, indecisi sul da farsi, e decidano il giorno dopo, di restare "da quelle parti" e salire una via "facile" (?!?) e veloce (?!?). Ok, una foto alla relazione dal libro del giordani, e via a dormire sotto un masso (con i sacchi a pelo, costante della due giorni.....). Orbene, al mattino cosa potrebbe presentarsi, di inopportuno? ...che giusto sotto la parete, i due tipi accendono la macchina foto e...non si è rotto il display?! ogni commento è superfluo. Ma questo è niente. Cominciano a salire lo stesso, trovano il camino giusto, passano il mitico buco, e in tre orette e mezza arrivano in cengia. Bravi! ...peccato che il difficile inizi ora... :-) ...e dove minchia passa sta via dal nome impronunciabile?! Si comincia la lunga corsa per varianti, controvarianti, insomma alla fine non sappiamo quanti tiri di Sciuà (per comodità la chiameremo così!) abbiamo salito, e quanti di varianti. Forse non possiamo nemmeno dire di aver salito Sciuà. Boh! Ga nel frattempo testa le protezioni in loco imitando wil coyote (...avete presente, in un tratto duro, un tipo a cui si stacca un blocchetto sul quale sta facendo forza?! ...giuro, non avevo mai fatto caso che tra quando rimane in mano il blocchetto e quando si fionda giù passano davvero degli istanti!!), lore osserva divertito. Si diverte un pò meno quando, in vista dei camini finali, tocca a lui andare a togliere il team GAP, oggi non certo nelle migliori condizioni psico-fisiche-umorali, dalla complessa situazione. Il quarto grado (....) dei camini si rivela di cattivo gusto, perdipiù con lo zainone da vione con dentro i sacchiapelo, e le energie cominciano a mancare. Sbarchiamo sulla sosta di fine via alle 19.30 (!), e via di corsa (...), senza grandi idee sulla discesa. Si vedono però due bei crepaccetti belli grossini, cui le doppie non depositano oltre (...non so se in italiano regga, ma la frase mi piaceva! mi perdonino i cultori della lingua! ;-) Le scene (con l'ultima luce dalla sera) sono da film di dario argento. sicura su martello piantato nella neve e tenuto fermo con un piede (!) e lore si avventura alla ricerca di un passaggio, che risolve con un salto di crepaccio degno di un film di stallone. Ga, in scarpe da ginnastica senza più quella parte dai più definita “suola”, trova non lungo bensì eterno negli ultimi metri prima della crepa, poi decide per la scivolata su ponte di neve: distribuzione del peso, e via! ;-) Lo stato psicofisico dei due è messo a dura prova, ma ora per fortuna c'è una bella traccia, si scende facile, e.....e a un certo punto, con la luna ormai nel cielo, una sola frontale, zero ramponi, zero picche, un paio di scarpe decenti in due, il team GAP si ritrova in mezzo a un labirinto di lastre di ghiaccio nero intervallate, qua e la, da brevissime lingue di neve. Impossibile da raccontare, ma l'esperienza si rivelerà allucinante. Qui però il team ha il jolly: lore su questi terreni ha maestria, scende illuminato solo dalla luce della luna e probabilmente da qualcuno là in alto, e, a ormai 30 metri dalla salvezza, rappresentata dalla fine del ghiacciaio su delle rocce rotte, inventa una doppia su un resto della funivia conficcato nel ghiaccio, e la terra è finalmente raggiunta, e con essa la fine del panico! Ga nel frattempo sta sempre peggio, e quando ormai giungiamo a cento metri dal rifugio dove abbiamo deciso di dormire, con i sacchi a pelo, appena sotto una tettoia, è costretto a fermarsi 4 (!!) volte prima di raggiungerla. Insomma, una media di 25 metri ogni sosta. Arrivatoci, la tettoia per fortuna c'è ed è bella grande, fa tutto lore, ga è in balia di non sa quale problema, a un certo punto enuncia “tra un pò tiro giù l'anima!” - “Ma se è due giorni che non mang....”. Neanche il tempo di finire la frase, e ga agisce come preannunciato, rischiando pure di ribaltarsi giù dal piano sotto gli occhi attoniti di lore. Di corsa nei sacchi a pelo, con gambe e piedi tutti bagnati, e via....la notte sarà lunga! Alle 2 viene giù il finimondo, acqua, acqua, acqua. Vabbè, ma siamo sotto a una tettoia! :-) ...infatti. Peccato che dopo un'ora si alzi un forte vento....ed è inutile che spieghi....è tutto così evidente!! La mattina l'alba è livida, ma va migliorando, e quando vediamo che nel rifugio sotto c'è vita, cominciano a volare parolacce. Ma non è finita. Scendiamo, e decidiamo che se l'ovovia è in funzione, appena parte la prendiamo, siamo ridotti troppo male! Al rifugio prendiamo un the caldo e una fetta di crostata, e si sente la vita che, molto lentamente, torna a fluire. Finchè un tipo non si avvicina e ci dice “ma voi siete i due ragazzi che hanno dormito lassù stanotte? Perchè non avete dormito dentro?!”. Scopriremo poi che c'erano tre letti a mò di locale invernale. Cosa aggiungere? ...citando i Modena City Ramblers, “ogni cosa è già fatta, ogni cosa è già detta, quando vedi che il racconto è finito”........ ;-)
Data: settembre 2011

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Marmolada (Schwalbenschwanz)