Ore 4.10, la sveglia suona inclemente in casa-Ga. Risveglio drammatico. Ore 7, lecco, sotto un cavalcavia della provinciale per sondrio. Un savonese incontra un bergamasco. Tempi di percorrenza: 2h20' il primo, 23' il secondo. Eppure, negli sguardi, non si nota nessuna differenza. Lo scalatore è cretino per principio, così, quando potrebbe dormire un pò di più, va a dormire alle 3 per poi svegliarsi alle 6, vanificando di fatto questa fortuna. Ed è grazie a questo stato mentale che i due in questione si ritrovano alla base della parete nord del moregallo, senza alcuna ombra di dubbio un pò bagnata dal diluvio del giorno prima. Il buonsenso è assolutamente lasciato in disparte, onde evitare che si intrometta in decisioni che non lo riguardano. Se ne accorge già ga al primo tiro, V+ poi III su erba verticale: l'umido regala grandi emozioni. La scelta delle scarpe da trekking in loco delle usuali scarpette si rivelerà azzeccata. Che poi, già il fatto che dell'erba sia valutata "III grado", qualcosa vorrà pur dire! Poi tocca ad ettore, su una bellissima placca che....ma porc', traversa proprio tutta quella colata d'acqua! Ed è lotta, ma ne viene fuori con classe. (...ci poniamo poi un dubbio: si che era bagnata fradicia, e ciò non aiuta nelle valutazioni, ma......VI?!?!). Poi vengono due tiri che non si sa se definirli “roccia mista ad erba”, o “erba mista a roccia”, e lo stato allucinogeno è completato. Nonostante ciò, tutto sommato ci si diverte! Poi purtroppo si inizia a scalare sul serio, ma c'è del bello su questa via! Ga va via veloce su un bel diedro (bagnato, ovviamente) con uscita un pò scorbutica, Ettore invece si scorna per un pò con il cubo di rubik di VI A2 in traverso, ma alla fine ne viene a capo, e da lì si comincia con un pò di esposizione, finalmente! Parafrasando una frase di una relazione, “sembra quasi di volare sui vigneti”, qui di vigneti manco l'ombra ma ga prova in tutti i modi a volare, ignorando gli A0 segnati sulla relazione. D'altronde, come ci disse recentemente un base jumper, “sono nato per volare”. Non riuscirà comunque a spiccare il volo, e con una sosta in punta di piedi con un pò d'aria sotto le chiappe e un ultimo traverso di ettore che sparisce dietro l'angolo e continua a far filare corda per l'ultimo tiro (non difficile ma di una bellezza commovente per qualità della roccia!), si giunge in cengia. Sembrerebbe finita, ma due goccettine di pioggia impauriscono i due che hanno ancora duecento metri di erba ripida mista a roccette per giungere in cima, ma tutto andrà per il meglio, e la discesa lungo il comodo e panoramico sentiero, sarà puro relax. Grande salita, dalla linea estetica e molto logica, impegnativa il giusto, e un punto di vista inconsueto sul lago di lecco: assolutamente meritevole!
Data: aprile 2010

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Monte Moregallo (via Tempo al tempo)